E blablablablabla…blablablablabla…bla.
Quante parole ho sentito e letto questa settimana. Fatti pochi. E quindi non va.
Il ragazzo di mia figlia sabato ha fatto lo stronzo. E pure l’amica di mia figlia sabato ha fatto la stronza. E così qui si piange.
Amore. Mi manchi. Ti amo da morire. Voglio baciarti. Vederti. Mi manchi.
E poi esce con gli amici e a lei non la chiama.
Anche la sua migliore amica esce con lo stesso gruppo. Non le dicono niente.
Però amore mi manchi. Ti amo da morire. Voglio baciarti. Vederti. Mi manchi.
Ma vaffanculo.
Sai che c’è? Gli incoerenti che trattano da scendiletto le ragazze a 14 anni bisogna bastonarli subito.
Perché poi crescono e diventano quelli che si sposano con la prima gattamorta che si fa mettere incinta, che pensano di essere liberi e furbi e invece hanno un collare corto e a strozzo che li rincoglionisce ancora di più e che aspettano la maggiore età delle belledebabbo per ufficializzare la cesta di rispettive corna.
Quelli che non sanno giocare al gioco dell’amore care mamme castrateli subito.
Sono quel genere di maschio che illude le donne, le ricopre di bugie, e le fa soffrire e diventare o gattare vegane o troie da balli caraibici e tette al vento.
…
Il gioco dell’amore bisogna saperlo giocare.
E succede di farsi male anche senza bisogno di raccontarsi bugie.
Le storie si esauriscono. O forse ad un certo punto finisce la voglia di rinnovare il sentimento. Di investire in un prodotto obsoleto e fuori moda.
Ci vuole pazienza. Ci vuole la forza di credere più alla coppia che a se stessi.
E lasciare che la noia diventi parte della quotidianità.
…
Allora fuggi è! Ti vedo su Facebook. Sempre in giro.
Sì. Mi piace. Ieri per esempio ho visto una bella mostra.
Ah. Sì. Ma scappi oppure scappi e scopi?
Ma no. Ma perchè? E poi scusa parli tu che sei l’esperto dei diversivi? Il tennis, gli amici, la casa da ristrutturare. Tua moglie come sta?
E che mostra era?
Bellina sai! Ruolo della donna, mistica della femminilità, Van Gogh…Segantini…è blablablablabla blablablablabla…black
Allora ti sei divertita?
Certo. È stato quasi bellissimo. Ad un certo punto sono dovuta tornare a casa. Scaricare la lavatrice. Stendere i panni. Controllare gli zaini. Cuocere le verdure. Fare i conti con l’amore che latita e le espressioni di mia figlia.
…
Oggi sono tornata in quell’ospedale. Sono entrata e tutto era uguale. Stessi muri. Stesse facce. Ho perso io qualcosa. Non il resto del mondo. Quello è andato avanti.
Scendevo le scale e avrei voluto uno di quegli abbracci infiniti. Che ti fanno quasi male perché ti tengono stretta. Non ti mollano. E per un momento non respiri e puoi lasciarti andare perchè sai che non cadrai.
Non c’era nessuno. Come sempre. Ho raccolto le lacrime. Scattato una foto. E mi sono detta che sono tanta abbastanza da reggermi da sola.
…
Eventi meritevoli di nota:
_ spannolinamento sdoganato. Olè!
_mi hanno tamponata e ho avuto la scusa per farmi qualche seduta dall’osteopata.
_ho lasciato la vecchia rubrica nel vecchio telefono e ho colto al balzo l’occasione per fare le pulizie.
_ho mantenuto un decoroso aplomb quando mia figlia e il suo ragazzo si sono presentati pieni di succhiotti al punto che il padre aveva già diramato un allarme ebola.
…
Farfalle nello stomaco non pervenute. Tanti moscerini. Quelli sì. E la solita vecchia voglia di avere vent’anni o poco più.
Ammazza che bello, quando succede di farlo. E non vorrei tornarci a vent’anni, che adesso è molto più bello che allora.