quando il cuore fa male, serve il minestrone. serve la pazienza del tagliare le verdure e poi farle scivolare nell’acqua. serve il borbottio della pentola che bolle e dell’odore che via via invade casa.
quando il cuore fa male, serve una tazza di thè, la pioggia fuori, il gatto addosso.
…
le persone attraversano la vita con superficialità. entrano. si prendono pezzi di te ma non hanno il tempo o il modo di ascoltare tutto il racconto.
le persone promettono. cose alte come montagne, bianche come la neve, potenti come il primo bacio.
promettono più che per te, per loro. ed è questo il vero problema.
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quando il minestrone bolliva ed io facevo i compiti, mia madre mi insegnava che non si fanno promesse che non si possono mantenere; che se si prende qualcosa in prestito, lo si deve rendere; che la vita è fatta di scelte e niente è immune al dolore; che l’orgoglio è il primo nemico dell’amore.
ho imparato tutto. ogni lezione spiegata sbucciando piselli e pelando patate, l’ho vissuta sulla mia pelle.
ho accolto l’arte del perdere. tutto. tranne forse la dignità. anche se, in fin dei conti, a calci me ce l’hanno presa.
non prometto nulla ma faccio sempre il possibile per dare tutto.
ho raggiunto un’età in cui conosco l’amore cosi bene che so già il punto preciso in cui il cuore curverà lanciando il mio buonsenso in un precipizio.
…
quando il cuore fa male mi manca mia madre da morire. mi manca essere amata senza condizioni. essere baciata sulla testa. accarezzata nel sonno.
mi manca lei che mi dice che tutto passa. spalle forti. via camminare.
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fuori piove e il coperchio continua a tenere il tempo.
il profumo del minestrone ha coperto qualche nota nostalgica.
quando il cuore fa male bisogna lasciarlo pigro sotto il suo piumone di ricordi. cullarlo con i piccoli sogni. ricamarci le iniziali dei grandi amori.
una spolverata di neve.
e via.
“le persone attraversano la vita con superficialità. entrano. si prendono pezzi di te ma non hanno il tempo o il modo di ascoltare tutto il racconto”… mi hai fatto tornare in mente una tavola di Andrea Pazienza

il grande Paz!
Quando il cuore fa male, il gatto è l’unico essere vivente che tollero, non voglio nessuno intorno. Io e il gatto sul divano, che è la mia coperta di Linus. Che tutto passa, che spalle forti e via camminare non me lo ha detto mai nessuno a parte essermelo ripetuto da me, il dolore è qualcosa che non riesco a condividere, che non riesco a mostrare a nessuno, men che meno alla mia famiglia.